It is possibly the untold dream of every prime minister, to enter the chamber welcomed only by the ovation of your supporters, and address a parliament without any opposition, being interrupted only by cheers and applauses.
Posts Tagged ‘italia’
Silvio clings on… for now.
Posted by homoeuropeus su 14 ottobre 2011
Posted in Il PD che vorrei, L'Italia che c'e', written in English | Contrassegnato da tag: aventino, benito mussolini, italia, parlamento, partito democratico, pierluigi bersani, sfiducia, silvio berlusconi, umberto bossi | 1 Comment »
Addio 2010, anno di sconfitte
Posted by homoeuropeus su 2 febbraio 2011
I pochi affezionati lettori di questo blog sanno che non e’ una pubblicazione regolare e anzi i piu’ attenti sono abituati a lunghi silenzi e pause di riorganzzazione.
Nonostante questo, cio’ che e’ successo nella seconda meta’ del 2010 merita un’analisi e una spiegazione piu’ approfondita: nessun post dal 2 luglio, anzi, essendo quello dedicato ad Alex Langer una bozza scritta in anticipo e poi pubblicata automaticamente (senza neppure, come si puo’ notare, l’aggiunta dei tag!), si potrebbe piu’ correttamente dire che il mio silenzio dura dal 18 giugno.
Eppure di cose da scrivere ce ne sarebbero state molte: Leggi il seguito di questo post »
Posted in Blogmania, Divagazioni | Contrassegnato da tag: alex langer, big society, conservatori, david cameron, david miliband, dio, downing street, ed miliband, elezioni, euro, facebook, ge2010, gran bretagna, italia, jerome boateng, kevin-prince boateng, labour friends of italy, labour party, lib-dem, olocausto, romano prodi, stephen hawking, tommaso padoa schioppa, tory, trade unions, vittorio foa, wej-ji | 1 Comment »
GE2010: «Il New Labour non e’ stato solo uno slogan»
Posted by homoeuropeus su 5 Maggio 2010
«È stata la campagna elettorale più originale che io ricordi». Più che stupito dal successo dei dibattiti televisivi, o dalla crescita dei libdem nei sondaggi, il ministro per l’Europa nel governo Brown sembra divertito dalla impossibilità di prevedere il risultato del voto, quando ormai mancano meno di due giorni alle elezioni.
«Spendiamo ore ad analizzare le percentuali, a guardare le freccette che salgono e scendono, a leggere cifre e in realtà sappiamo tutti benissimo che l’unica cosa certa è che l’esito delle elezioni dipenderà da come molti cittadini si sveglieranno la mattina di giovedì». Chris Bryant è un cinquantenne dal fisico sportivo, con un passato da nuotatore e una passione per le nuove tecnologie: comunicò la nomina a ministro tramite Twitter quando i burocrati del Foreign Office stavano ancora protocollando la lettera di credenziali.
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«Six years younger than Brown!»
Posted by homoeuropeus su 23 febbraio 2010
Quando si dice una bugia davanti ad una platea (vera), bisogna dirla con decisione edeterminazione, sicuri di non essere smentiti.
Ho pensato questo ieri alla London School of Economics, quando D’Alema, per rispondere ad una domanda (abbastanza offensiva nella sua formulazione) di una ragazza del pubblico, che lo invitava a farsi da parte perche’ vecchio e con una carriera politica che e’ solo una lunga lista di fallimenti, ha dapprima rivendicato i suoi meriti (avere vinto due volte le elezioni, essere l’unico ex-comunista ad aver ricoperto la carica di presidente del consiglio) e ha poi concluso dicendo che in Italia, come in altri paesi ci sono politici vecchi e politici giovani e che di fondo egli non si candida a fare il premier pur essendo sei anni piu’ giovane di Brown.
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D’Alema a Londra e il voto degli italiani all’estero
Posted by homoeuropeus su 22 febbraio 2010
Non ho voglia ora di fare un resoconto dettagliato dell’incontro con Massimo D’Alema organizzato ieri dal PD di Londra (primo appuntamento pubblico di una visita privata che prevede comunque anche una conferenza alla Londron School of Economics e una cena con il Club di Londra) anche perché confesso che il suo ottimismo rispetto alla situazione politica italiana e alle prossime regionali mi ha lasciato abbastanza spaesato (ci tornerò un’altra volta ma mi pare che ci sia il rischio di perseverare nell’errore che, siccome il PD non sta facendo grandi errori, e poiche’ il consenso verso Berlusconi sta calando, allora inevitabilmente il futuro appartiene al Partito Democratico).
Tra (ormai) ritrite spiegazioni del perche’ non si fece la legge sul conflito di interessi e banali ragionamenti sulle alleanze per le prossime regionali, D’Alema ha comunque trovato il modo di infilare una risposta sul voto degli italiani all’estero che condivido al cento per cento e che secondo me dovrebbe essere la linea del PD su questo tema.
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Corsa al centro: senza troppi Casini
Posted by homoeuropeus su 24 gennaio 2010
Le elezioni si avvicinano, in Italia (regionali e amministrative a fine marzo) come in Gran Bretagna (politiche e molte amministrazioni locali agli inizi di maggio), ed in entrambi i paesi si assiste ad una sfrenata corsa da parte dei partiti di centro-sinistra per conquistare il voto moderato.
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Contro le leggi ad personam, anche quelle giuste
Posted by homoeuropeus su 24 gennaio 2010
Mentre in Italia in governo Berlusconi continua a proporre (e a far approvare dal Parlamento) l’introduzione di leggi che sembrano avere come unico obiettivo quello di difendere gli interessi privati di una singola persona (il Presidente del Consiglio stesso!), dall’Inghilterra viene una lezione diametralmente opposta.
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Se il nostro futuro e’ affidato alle piazze e all’arte
Posted by homoeuropeus su 11 dicembre 2009
Sabato scorso, nonostante le cattive condizioni atmosferiche, le strade della capitale sono state invase da una manifestazione imponente e colorata, una marea di persone preoccupate del nostro futuro e decise a lanciare un segnale forte e deciso per un cambiamento davvero radicale.
Mi dispiace non aver potuto partecipare: mi sarei sentito davvero a mio agio, insieme a quelle migliaia di persone che esprimevano disappunto per la situazione attuale e il desiderio di costruire un futuro migliore per le generazioni che verranno.
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The Brighton Sun: se io fossi David Miliband…
Posted by homoeuropeus su 1 ottobre 2009
Se fossi David Miliband, il ministro degli esteri inglese, oggi a Brighton pronuncerei il piu’ forte e appassionato discorso sull’Europa che una conferenza laburista abbia mai sentito.
L’Europa ha di fronte a se’ differenti scenari: puo’ prendere un binario morto, se il referendum irlandese boccia il trattato di Lisbona; puo’ perdere la forza del progetto iniziale, se Francia e Germania spingono per una soluzione a due velocità; puo’ diventare marginale sulla scena globale se stati come l’Italia e la Polonia continuano ad anteporre gli interessi nazionali alla crescita di un forte ruolo politico dell’Unione.
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