Archive for the ‘L’Italia che c’e’’ Category
Posted by homoeuropeus su 13 aprile 2012

Gentile Daniela Santanche’,
mi permetta di ricordarle che da un punto di vista storico Nilde Jotti fu eletta alla Costituente prima di conoscere il segretario del PCI (anzi c’e’ un delizioso aneddoto del loro primo incontro alla prima riunione del Gruppo Comunista dell’Assemblea) e divenne Presidente della Camera (la prima donna a ricoprire quell’incarico), 15 anni dopo la morte di Togliatti.
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Posted by homoeuropeus su 14 ottobre 2011

It is possibly the untold dream of every prime minister, to enter the chamber welcomed only by the ovation of your supporters, and address a parliament without any opposition, being interrupted only by cheers and applauses.
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Posted by homoeuropeus su 25 aprile 2010

“La dittatura in Italia c’e’ stata, e chi l’ha vista sa cos’e’. Leggi il seguito di questo post »
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Posted by homoeuropeus su 22 marzo 2010

Non mi occupo spesso di vicende veneziane su questo blog (anzi quasi per nulla) ma la proposta di Renato Brunetta di trasferire la sede del consiglio comunale della citta’ nelle sale del Palazzo Ducale mi ha ispirato alcune riflessioni che non hanno semplicemente un profilo locale e mi fa piacere condividerle qui, anche come mio piccolo contributo alla campagna elettorale veneziana.
La proposta lanciata da Brunetta fin dall’annuncio ufficiale della sua candidatura, ha un enorme significato, non solo di natura simbolica, ma anche di natura politica, perche’ rivela cose molto profonde sulla idea di societa’ che ha in mente il candidato del centrodestra.
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Posted by homoeuropeus su 23 febbraio 2010

Massimo D'Alema alla London Schoolo of Economics (foto Peppe Meduri)
Quando si dice una bugia davanti ad una platea (vera), bisogna dirla con decisione edeterminazione, sicuri di non essere smentiti.
Ho pensato questo ieri alla London School of Economics, quando D’Alema, per rispondere ad una domanda (abbastanza offensiva nella sua formulazione) di una ragazza del pubblico, che lo invitava a farsi da parte perche’ vecchio e con una carriera politica che e’ solo una lunga lista di fallimenti, ha dapprima rivendicato i suoi meriti (avere vinto due volte le elezioni, essere l’unico ex-comunista ad aver ricoperto la carica di presidente del consiglio) e ha poi concluso dicendo che in Italia, come in altri paesi ci sono politici vecchi e politici giovani e che di fondo egli non si candida a fare il premier pur essendo sei anni piu’ giovane di Brown.
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Posted by homoeuropeus su 22 febbraio 2010

Non ho voglia ora di fare un resoconto dettagliato dell’incontro con Massimo D’Alema organizzato ieri dal PD di Londra (primo appuntamento pubblico di una visita privata che prevede comunque anche una conferenza alla Londron School of Economics e una cena con il Club di Londra) anche perché confesso che il suo ottimismo rispetto alla situazione politica italiana e alle prossime regionali mi ha lasciato abbastanza spaesato (ci tornerò un’altra volta ma mi pare che ci sia il rischio di perseverare nell’errore che, siccome il PD non sta facendo grandi errori, e poiche’ il consenso verso Berlusconi sta calando, allora inevitabilmente il futuro appartiene al Partito Democratico).
Tra (ormai) ritrite spiegazioni del perche’ non si fece la legge sul conflito di interessi e banali ragionamenti sulle alleanze per le prossime regionali, D’Alema ha comunque trovato il modo di infilare una risposta sul voto degli italiani all’estero che condivido al cento per cento e che secondo me dovrebbe essere la linea del PD su questo tema.
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Posted by homoeuropeus su 10 febbraio 2010

Prendendo spunto da quelle versate di fronte alle telecamere dall’ex spin doctor Alastair Campbell, il Times di ieri dedicava una pagina tra il serio e il faceto alle lacrime dei politici: c’erano quelle di Paddy Ashdown in visita ai campi profighi in Bosnia, quelle di Neil Kinnock quando Brown, appena eletto leader del Labour, pago’ tributo al suo coraggio e alla sua innovazione; non potevano mancare quelle di Bill Clinton alla notizia della morte di dieci cittadini americani a Nairobi, ne’ quelle di Margaret Thatcher che lascia definitivamente Downing Street (nella versione cartacea ci sono anche quelle di Obama, di Bush, di Cherie Blair e di alcuni altri).
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Posted by homoeuropeus su 3 febbraio 2010

Romano Prodi e Flavio Delbono
Premetto (o forse ribadisco) che ho la massima stima di Romano Prodi e che penso sia uno dei pochissimi politici italiani che possa essere definito uno “statista”, cioe’ un politico capace di mettere gli interessi generali del paese davanti anche alle priorita’ della sua parte politica (e in questo forse c’e’ la ragione per cui e’ riuscito due volte a sconfiggere Berlusconi, e anche quella per cui non e’ mai riuscito a portare a termine i suoi mandati eletttorali).
Detto questo, dichiaro pubblicamente che se il Partito Democratico dovesse sceglierlo come futuro candidato sindaco a Bologna, mi vedrei costretto a lasciare questo partito.
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Posted by homoeuropeus su 24 gennaio 2010
Le elezioni si avvicinano, in Italia (regionali e amministrative a fine marzo) come in Gran Bretagna (politiche e molte amministrazioni locali agli inizi di maggio), ed in entrambi i paesi si assiste ad una sfrenata corsa da parte dei partiti di centro-sinistra per conquistare il voto moderato.

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Posted by homoeuropeus su 24 gennaio 2010

Mentre in Italia in governo Berlusconi continua a proporre (e a far approvare dal Parlamento) l’introduzione di leggi che sembrano avere come unico obiettivo quello di difendere gli interessi privati di una singola persona (il Presidente del Consiglio stesso!), dall’Inghilterra viene una lezione diametralmente opposta.
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