Questi sono i materiali ufficiali che il Parlamento europeo ha realizzato con l’obiettivo di promuovere la partecipazione al voto alle prossime prossime elezioni europee. Per tutti gli altri paesi il set di cartoline e manifesti comprendeva una settima immagine, che invece e’ stata cancellata dalla campagna italiana. Leggi il seguito di questo post »
Poiche’ nelle ultime ore si sta parlando (nei soliti ristretti circoli di chi si interessa di queste cose) delle liste per le elezioni europee presentate dal Partito Democratico, dei nomi che sono stati scelti dal territorio e di quelli che sono stati imposti da Roma, della loro rappresentativita’ o della loro autorefernzialita’, beh, ho voluto prenderla alla leggera e ho fatto una telefonata al mio amico P. (taccio il nome per prudenza, decenza e riconoscenza).
Come chi segue questo blog con costanza probabilmente ricorda, a gennaio avevo annunciato la mia candidatura a segretario del PD di Londra e avevo aperto un blog dedicato a quella impresa.
Successivamente avevo dovuto rinunciare alla candidatura e quindi ora mi trovo nella “imbarazzante” situazione di possedere due blog, uno dei quali ormai assolutamente inutile per quella che era la sua original mission.
Ho trovato la scelta di Luigi Berlinguer a capolista del Partito Democratico per le elezioni europee nella circoscrizione Nord-Est un’ottima candidatura.
Come si puo’ notare dal suo aspetto sobrio, e dalla foto centrale, questo sito e’ temporaneamente chiuso per restauro.
Ve lo avevo preannunciato (qui): ho in mente grandi idee per migliorare la lettura di questo blog. Homoeuropeus tornera’ rinnovato nell’aspetto a breve, probabilmente una decina di giorni (ma ci lavoro part-time e non posso garantire con sicurezza una data precisa).
Sei all’estero, nessuno sa chi tu sei veramente. Questa e’ America, dove niente e’ duraturo. Niente in America deve avere conseguenze rigide, inalterabili. Tutto deve muoversi, cambiare, essere demolito, mescolarsi. In Polonia credevo di essere cio’ che dovevo essere. America vuol dire: si può lottare contro il proprio destino.
Susan Sontag, In America (2001)
Con in mente queste parole della piu’ europea tra le intellettuali americane (ma forse anche la piu’ americana tra le scrittrici europee), domattina parto per gli States.
I giornali, non solo quelli italiani, ma anche perfino il Guardian in prima pagina, ci hanno deliziato negli ultimi due giorni con indiscrezioni e resoconti del G20 parallelo, quello delle first ladies: come era vestita Michelle (Obama)? Perche’ Carla (Bruni) non e’ venuta? Che cosa aveva organizzato Sarah (Brown)? Perfino che cosa ama legere Svetlana (Medvedeva)?
Pubblico le statistiche del mese scorso, probabilmente per l’ultima volta, dato che, passati sei mesi dall’ultima revisione (in settembre) e dopo aver stabilito alcune novita’ (in febbraio), ho deciso di apportare ulteriori modifiche al sito. Non sto pensando a niente di sconvolgente, ne’ nella forma ne’ nei contenuti, ma piccole innovazioni che, spero, possano aiutare a rendere la vostra lettura piu’ piacevole.
Tra le cose a cui sto pensando c’e’ anche l’ipotesi di non offrire piu’ le statistiche del blog: si tratta di una cosa che io ritengo utile (almeno per me, per avere una vaga idea di chi sono le persone che mi leggono, come arrivano al mio sito, che cosa le interessa di piu’ ecc…) ma si tratta anche di una attivita’ abbastanza time consuming e, se devo proprio essere onesto, non mi sembra che riscuota grande interesse da parte vostra.