A molti probabilmente e’ capitato, mentre preparavano gli esami universitari, o studiavano per qualche concorso, di addormentarsi in biblioteca: la stanchezza della notte precedente passata sui libri, la stessa frase riletta tre volte senza capirne il significato, gli occhi che si fanno pesanti, il silenzio che rimbomba ovattato nelle orecchie, la testa che cede…
Dieci minuti, forse anche meno, poi veloci a prendere un caffe’, a sciacquarsi la faccia e si riprende la lettura con piu’ energia e vigore.
A pochi, invece, credo, e’ capitato di mettere pigiama e spazzolino dentro la borsa e decidere di andare a dormire in biblioteca: anche perche’ solitamente le strutture pubbliche chiudono abbastanza presto (nonostante le proteste di studenti e studiosi) e soprattutto perche’ la prospettiva di una pila di volumi duri e polverosi al posto del cuscino non e’ certo delle piu’ allettanti.