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«Attenti, in Europa c’è un nuovo antisemitismo»

Posted by homoeuropeus su 17 dicembre 2008

Publicato su Europa di oggi.

Lo scorso settembre, quando Peter Mandelson ha preso posto sugli scranni della House of Lords, un suo collega barone l’ha definito «la quintessenza del’ebraismo»: non si riferiva alle sue convinzioni religiose, né al suo cognome, ma alle sue movenze furtive, al suo carattere manipolativo, al suo atteggiamento infido, a tutti quegli elementi che per decenni ne hanno fatto “il principe delle tenebre”.

Analoghi esempi di una mentalità fortemente segnata da subdole manifestazioni di antisemintismo, anche tra parlamentari, giornalisti e altri opinion-makers in Gran Bretagna, in Europa e in moti altri paesi del mondo, sono catalogati con attenzione in “Globalising Hatred. The new antiseminitsm”, l’ultimo libro di Denis MacShane, parlamentare laburista, già ministro per l’Europa nei gioverni di Tony Blair e proficuo autore di saggi di attualità politica.

Per due anni, tra il 2005 e il 2006, MacShane ha presideuto una commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno dell’antisemintismo in Gran Bretagna: ha raccolto materiali e informazioni di vario genere, ha intervistato rabbini e leader delle diverse comunità religiose, e alla fine ha prodotto una serie di raccomandazioni al governo, tra cui quella di «non tollerare che una minoranza islamica, per quanto vittima di pregiudizi e marginalizzazione, sia giustificata nell’utilizzare un linguaggio violento ed antisemitico».

«Gli incidenti di natura antisemitica – spiega a Europa Denis MacShane – sono facilmente catalogabili e spesso anche punibili, ma invece è molto più difficile identificare e correggere le manifestazioni verbali dell’antisemitismo, che caratterizzano il linguaggio adottato da giornali, politici, organizzazioni e singoli individui»

Il deputato sottolinea che non si tratta di una prerogativa dell’estrema destra e ricorda due episodi: «l’ex sindaco di Londra Ken Livingstone ha paragonato un giornalista ebreo ad una guardia di un campo di concentramento, solo perchè lavorava per un giornale che negli anni ’30 si era caratterizzato per le sue posizioni filo-naziste. La stessa accusa è stata rivolta da Berlusconi al capogruppo socialista del parlamento europeo, Martin Schultz: il vostro primo ministro ha poi cercato di minimizzare l’accaduto con le sue solite scuse, ma la reazione tedesca è stata dura e unanime».

Nell’analisi di MacShane l’aspetto linguistico è solo uno dei molti fattori che indicano il profondo radicamento di una mentalità antisemitica alla base della moderna cultura europea: in questo sostrato, comunque, si è recentemente inserito un nuovo elemento che trae origine da una particolare lettura dell’Islam, e che ha creato «un nuovo mostro, il neo-antisemitismo, una vera minaccia ai valori per cui i liberali e la sinistra si sono sempre battuti».

Sono tre gli elementi caratterizzanti di questo neo-antisemitismo. «Il primo – prosegue MacShane – è quella base di ignoranza e pregiudizio nei confronti dell’ebraismo, che si manifesta principalmente nella diffusa e ingiustificata avversione allo stato di Israele: i cittadini italiani o britannici di religione ebraica vengono considerati partecipi di ogni violazione dei diritti umani perpetrata dallo stato di Israele, ma nessuno si entrirebbe di condannare i cittadini italiani o britannici di fede islamica per la mancanza dio libertà che caratterizza la Siria o l’Egitto. O ancora i sindacati inglesi dei giornalisti e dei professori universitari hanno più volte votato risoluzioni per boicottare rapporti con media e università israeliane, ma si sono ben guardati dall’adottare simili provvedimenti nei confronti della Russia, della Cina o dell’Arabia Saudita».

Il secondo elemento è l’ondata di antisemitismo caratteristica di una certa ala radicale dell’Islam, capeggiata dai Fratelli Musulmani, che si è diffusa in Europa con le recenti ondate migratorie: «la carta fondativa di Hamas – spiega il parlamentare laburista –è uno dei più antisemiti documenti che siano mai stati pubblicati e quotidianamente noi lasciamo che predicatori islamici definiscano gli ebrei “scimmie e maiali”. Quando i musulmani chiedono la distruzione dello stato di Israele non vedo quella reazione sdegnata che ci dovrebbe essere».

Il terzo elemento caratteristico è infine rappresentato dall’antisemitismo della destra populista e nazionalista, e in parte anche da alcuni atteggiamenti della sinistra estrema che non riesce a distinguere tra opposizione al sionismo e odio nei confronti degli ebrei. «L’esempio più clamoroso di questa nuova ondata di antisemitismo politico – spiega ancora MacShane – è la creazione al Parlamento europeo di un gruppo di partiti della destra estrema, caratterizzati dal nazionalismo e dall’antisemitismo come ideologia fondativa. Ma l’Europa dovrebbe essere un bastione della democrazia, l’estrema difesa dei diritti umani: neppure in Europa è stato possible fermare la crescita delle forze antisemitiche».

Questi tre diversi elementi trovano, nella drammatica analisi di MacShane, un nuovo collante nella difficile situazione economica del continente: «la perdita del lavoro, la diminuzione del welfare state e la crescita di sfiducia nei confronti dello straniero e del diverso non potranno che portare ad una crescita di questo neo-antisemitismo».

Se l’analisi del fenomeno è solida e strutturata, più incerte sono le soluzioni che MacShane prova ad avanzare: il suo atteggiamento liberale gli impedisce di chiedere lo scioglimento per legge dei partiti antisemiti, o la carcerazione per chi nega l’Olocausto. Egli crede di più nell’opera educativa di organizzazioni come l’OSCE, che recentemente ha cominciato ad individuare anche l’antisemitismo tra le ragioni che minano alla base la democrazia in Europa.

«La minaccia dell’antisemitismo – conclude MacShane – non può essere combattuta a livello nazionale, con provvedimenti legislativi o con interventi repressivi (entrambi comunque necessari) ma deve spingerci riflettere sul nostro modo di agire a livello internazionale, contro una minaccia che supera facilmente ogni dogana».

2 Risposte to “«Attenti, in Europa c’è un nuovo antisemitismo»”

  1. tauzero said

    Bel pezzo (come sempre) e grazie anche della segnalazione del libro di MacShane che mi pare metta in luce un aspetto dell’antisemitismo e del razzismo in genere – quello del pregiudizio strisciante presente in tutti gli strati sociali – che viene spesso sottovalutato e che invece spesso è quello che consente agli stereotipi razziali di proliferare.

  2. […] intervista pubblicata su “Europa“: questa volta si tratta del deputato laburista Denis MacShane, autore di un libro sule nuove ondate di antiseminismo che sempre piu’ frequentemente si […]

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