Homo Europeus

L'Europa, la Gran Bretagna, l'Italia, la sinistra e il futuro…

In che Direzione?

Posted by homoeuropeus su 19 dicembre 2008

Molto piu’ che curiosita’ e attesa. Mi pare che il sentimento maggiormente diffuso in vista della direzione nazionale del Partito Democratico che si svolge oggi a Roma sia quello dell’angoscia, come se si trattasse di un appuntamento make or break, come dicono da queste parti. 

Mi dispiace per gli appassionati del genere, ma oggi non ci sara’ la sfida all’OK Corral, non ci sara’, nonostante le dichiarazioni finali, il tanto atteso chiarimento, il nuovo Lingotto, la definizione delle basi per un rilancio politico del partito.

Dico questo per una specifica ragione, un vulnus ab origine: la composizione stessa dell’organismo che oggi e’ chiamato a discutere.

Leggendo lo statuto del PD parrebbe che la direzione fosse composta da 120 membri eletti dall’Assemblea nazionale, piu’ 4 membri eletti dai delegati esteri alla medesima assemblea (articolo 9, comma 2).
Ma subito il comma seguente precisa alcuni incarichi che sono membri di diritto della Direzione, e la possibilita’ per l’Assemblea stessa di definire ulteriori componenti di diritto. In piu’ e’ prevista anche la possibilita’ per il Segretario di nominare 20 personalita’ di rilievo del mondo della cultura, del lavoro, dell’associazionismo, delle imprese.

Sul sito del PD, nella pagina relativa alla Direzione nazionale si scopre che Veltroni si e’ avvalso di questa prerogativa, nominando 20 persone, e che anche l’Assemblea ha definito uan serie di criteri per integrare i componenti di diritto.

Risultato? L’organismo che si riunisce domani e’ una pletora di 230 persone, di cui solo 120 elette dall’Assemblea nazionale: altre 20 sono nominate dal Segretario e 90 sono componenti di diritto.

Su che base? Ci sono, come prevede lo statuto (articolo 9, comma 3) “il Segretario, il Presidente dell’Assemblea nazionale, i Vicesegretari (uno solo per fortuna! n.d.r.),  il Tesoriere, il massimo dirigente dell’organizzazione giovanile, i Presidenti dei gruppi parlamentari del Partito Democratico italiani ed europei, i Segretari Regionali”. Si arriva a 29.

E gli altri 61? Come detto, anche l’Assemblea si e’ avvalsa dello Statuto e ha integrato i componenti di diritto “in relazione ai ruoli istituzionali assolti dal Partito a livello nazionale e locale nella legislatura in corso” (articolo 9, comma 3).

Ecco che allora entrano a far parte di diritto della Direzione i Presidenti di Regione (12, avendo perso in Abruzzo!), i sindaci delle aree metropolitane (8), i Presidenti diProvincia con piu’ di 3 milioni di abitanti (sono 3 e tutte tre governate dal PD, ma stupisce un po’ la scelta del limite. Perche’ 3 milioni, e non 2, o uno e mezzo?). Ci sono poi i Presidenti di ANPI, UPI e UNCEM.
Fino a qui la scelta e’ molto ampia ma resta pur sempre comprensibile.

Meno comprensibili risultano gli ulteriori criteri: i Vicepresidenti di Camera, Senato e Parlamento Europeo (altri 3), i Vicepresidenti dei gruppi parlamentari nazionali e europei (e sono 5), i candidati sconfitti alle primarie (altri 5), i presidenti e i relatori delle commissioni Statuto, Manifesto dei Valori e Codice Etico (e via, altri 6), altri 5 giovani (che non si negano mai).

Basta? No, adesso arriva il bello: i Presidenti delle Commissioni parlamentari (e questa sembra proprio una norma fatta pensando a Rutelli, presidente della comitato per la sicurezza della Repubblica, e a Follini, a capo del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa. Villari, no! Lo hanno sospeso dal partito!).

Nonostante lo statuto parli di “ruoli assolti nella legislatura in corso tra i componenti di diritto appaiono anche gli ex Presidenti delle Camere (come non leggere i nomi di Marini e Violante?) e del Consiglio dei Ministri (ecco, assieme a Prodi ed Amato, spuntare D’Alema e De Mita…)

Ma ovviamente, nella pagina web della Direzione tutte queste cose non ci sono scritte: no! Li’ si trova solo tutti l’elenco dei 120 eletti e dei 20 nominati dal Segretario.

Ecco, da una Direzione composta cosi’, da 120 eletti e circa altrettanti cooptati eccelenti, non ci si puo’ aspettare che prenda nessuna decisione seria e lungimirante.

Di piu’! Come si puo’ pensare che assuma decisioni importanti e innovative un partito cosi’, che non ha il coraggio di lasciare De Mita, Rutelli, D’Alema e Follini fuori dalla Direzione, ma non ha neppure l’orgoglio di eleggerli formalmente.

Altro che direzione risolutiva, altro che momenti di chiarimento! Aspettiamoci ancora mediazioni e compromessi raggiunti con l’inganno e il sotterfugio…

10 Risposte to “In che Direzione?”

  1. xerses81 said

    Paradossalmente, per il poco che ho potuto ascoltare, il miglior intervento è stato quello di Follini, perchè s’è capito che cosa diceva, e perchè una volta tanto ha fatto critica aperto. La maggior parte degli altri parla in codice..

  2. Angelo said

    Ma De Mita non se ne era andato dal partito dopo la mancanta candidatura per le politiche 2008? Lo hanno ripescato?

  3. Hai ragione, Angelo, e ti ringrazio per la puntualizzazione: De Mita ha lasciato il PD, dopo aver comunque goduto dei privilegi che la sua ex-carica gli poteva garantire dentro alle strutture del partito (è entrato di diritto anche nel Coordinamento nazionale).
    Credo quindi di poter dire che, nonostante questa imprecisione, il senso generale del post resta comunque valido.

  4. Gran bel post.

  5. paradiso said

    Ottimo post.
    Dimostra come sia nel DNA del PD la finta democrazia.

  6. danielanedelcu said

    Veramente, hai fatto un bel lavoro molto utile!
    Non tanto per capire perché siano stati invitati tutti quanti, perché secondo me era un incontro per dare l’occasione a tutti di dire la loro. Credo che nel caso della votazione si sarà tenuto conto degli incarichi.
    Spero tanto che adesso, che Veltroni abbia avuto la conferma della direzione per agire più sciolto, lo faccia!
    Non ho mai capito perché la commissione etica si attiva cosi difficilmente. Secondo me a Latorre e Bassolino avrebbero dovuto già allontanare.

  7. danielanedelcu said

    Scusatemi, sono la solita disordinata. Alla 1 di notte si capisce …
    Dicevo: ‘Non tanto per capire perché siano stati invitati tutti quanti, perché secondo me era un incontro per dare l’occasione a tutti di dire la loro’. Aggiungo: … ma per seguire il filo ‘antropologico’ delle dinamiche interne del Pd.

  8. Nell’accurata e approfondita ricostruzione manca una cosa: la direzione si è “autonominata” con una modifica allo statuto adottata nell’ultima riunione dell’assemblea costituente in assenza del numero legale. Per modificare lo statuto e introdurre un nuovo organo sarebbe stato necessario il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti l’assemblea, mentre la votazione è avvenuta con la partecipazione di 800 persone su 2800…
    A volte le regole valgono solo per chi non c’è…

  9. danielanedelcu said

    A proposito di statuto
    Scusate, sa qualcuno indicarmi dove trovo il regolamento del funzionamento dei circoli Pd?
    Nello statuto viene rimandato al regolamento delle regioni, le regioni rimandano alle provincie. Ho guardato più siti di più federazioni e non ho trovato niente. Mi viene il dubbio che non esista ancora un regolamento dei circoli. Se fosse cosi, siamo veramente al colmo, è stato organizzato tutto per le primarie e le elezioni dei direttivi dei circoli, perché coinvolgeva tante persone nuove ad affacciarsi con entusiasmo alla politica ma poi, queste persone sono lasciate alla discrezione delle vecchie usanze delle sezioni di partito. Non che tutte le vecchie usanze fossero sbagliate, anzi! Il problema è che fra i vecchi militanti decennali, i più generosi si sono fatti da parte per lasciare spazio ai nuovi, e quelli rimasti, succede spesso, che ostacolano le iniziative dei nuovi arrivati. Ho sentito dire anche che ci si augura di non dover mai ad arrivare alla votazione di una scelta o altra, come se il voto fosse una blasfemia. I nuovi arrivati comunque sono in minoranza e non hanno gli strumenti che un regolamento dovrebbe metterle a disposizione per il buon funzionamento dei circoli. Pero una votazione ogni tanto non farebbe male, perché prima di alzare la mano ci si rifletterebbe di più e ci si assumerebbe la responsabilità per la scelta fatta. Invece all’interno dei direttivi chi ostacola ha sempre l’ultima parola. Magari mi sbaglio, ma ho fatto più ricerche del regolamento, senza nessun esito. Vorrei sapere che ruolo hanno i direttivi e che ruolo hanno i portavoce. Che differenza c’è fra un portavoce di circolo e un segretario di sezione.

  10. […] In che Direzione? […]

Lascia un commento