Proseguo, con un altro articolo pubblicato su Europa di oggi, la serie GE2010 sulle elezioni politiche inglesi.

David Beckham, Gordon Brown e Wayne Rooney
La campagna elettorale inglese s’infiamma sulle questioni economiche, con scontri tra il governo laburista, che ha appena introdotto un aumento della National Insurance, i contributi obbligatori per la scurezza sociale, e l’opposizione conservatrice che promette un taglio delle tasse ma non riesce a specificare come intende fare fronte al previsto mancato introito.
Per dieci anni il principale successo del governo Blair era stato proprio la stabilità economica, con l’inflazione controllata e uno dei più alti tassi di occupazione in Europa. A tal punto il Labour sembrava imbattibile su questo fronte, che David Cameron, appena eletto leader dell’opposizione dichiarò che le questioni sociali e non l’economia erano ora il perno della nuova politica dei Tory.
Poi è venuta la crisi economica globale, il crollo del sistema finanziario internazionale, il fallimento delle banche: il clintoniano «it’s the economy, stupid»è tornato ad essere la chiave per vincere le elezioni.