Homo Europeus

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Primi vennero i quaccheri, ultimi i toscani

Posted by homoeuropeus su 3 agosto 2009

Durante il week end, rientrando a Londra, due notizie hanno attirato la mia attenzione e mi ha particolarmente stupito che nessuna delle due abbia ricevuto grande attenzione sui media nazionali italiani.

Si tratta del riconoscimento dei matrimoni dello stesso sesso da parte della convenzione annuale dei quaccheri inglesi, e della approvazione della nuova legge elettorale da parte del Consiglio Regionale della Toscana.

I quaccheri sono la prima confessione religiosa a riconoscere il matrimonio gay e a chiedere al governo inglese di riformare la legge sulle civil partnership, al fine che i matrimoni dello stesso sesso celebrati dalla chiesa quacchera possano avere valore legale senza ulteriori passaggi legali, esattamente come i matrimoni tra persone di sesso diverso.
Per quanto piccola possa essere la confederazione quacchera, il silenzio dei media italiani su questa importante decisione e’ davvero incomprensibile!

Molto piu’ comprensibile, invece, il silenzio sulla nuova legge elettorale varata dal Consiglio Regionale della Toscana (qui un trafiletto di Repubblica, a pagina 14!)
Si tratta di un inciucio estivo, fatto da PD e PDL, con l’appoggio dei Socialisti (ma dai?!?!): riduzione del numero dei consiglieri, attribuzione proporzionale dei seggi con lo sbarramento al 4% per tutte le liste (sia quelle in coalizione sia quelle che corrono da sole), ma soprattutto liste bloccate senza possibilita’ di esprimere preferenze (e senza l’obbligo di alternare un uomo e una donna).
Il PD stava trattando con i suoi alleati (Verdi, Sinistra Democratica) una riforma che prevedeva collegi uninominali sulla falsariga del sistema in vigore per le elezioni provinciali, ma ha abbandonato questo tavolo per trovare un accordo con il principale gruppo dell’opposizione, producendo una legge che, se possibile, e’ ancora peggio della precedente (che era stata l’ispirazione per la legge nazionale, il cosiddetto “Porcellum”)

Oltre al silenzio della stampa nazionale, si registra pure quello dei tre candidati alla segreteria nazionale del PD: impegnati in una campagna elettorale che sembra sempre piu’ una competizione personale, sempre pronti ripetere che sara’ una priorita’ ridare potere ai cittadini, ma probabilmente ritengono che questo episodio sia invece da derubricare come una questione locale.

Peccato che la Toscana sia una regione simbolo per il PD e che questa nuova legge elettorale (oltre al modo in cui e’ stata approvata) sia uno schiaffo alla democrazia e a tutte le promesse di una riforma della legge elettorale nazionale.

6 Risposte to “Primi vennero i quaccheri, ultimi i toscani”

  1. Massimo said

    Hai ragione, da elettore toscano la cosa non mi era sfuggita (ma sei sicuro che le liste siano bloccate?) e mi fa arrabbiare parecchio. Ma avevo trovato ancora meno digeribile l’inciucio a PD-PDL livello nazionale per la legge elettorale europea, con lo sbarramento al 4%. Se uno sbarramento si giustifica quando dobbiamo correggere un eccesso di proporzionalismo al fine di garantire stabilità di governo, non era questo il caso del parlamento europeo, dove a mio avviso è del tutto ragionevole avere un sistema proporzionale puro.

  2. Claudio Pasi said

    Da elettore del PD toscano trovo questa polemica strumentale.

    Innanzitutto le riforme della legge elettorale e dello statuto si fanno sempre con l’opposizione e sarebbe un errore fare un accordo di maggioranza da imporre al consiglio. O non abbiamo forse sempre accusato Berlusconi di questo metodo anti-democratico?

    Per quanto riguarda le liste bloccate, esse erano già previste dalla legge elttorale regionale, la stessa legge che prevede anche le primarie tra i cittadini per la definizione delle liste. Il PD ha definito le sue liste con questa modalità e sono invece i partiti minori come Sinistra e Libertà che non hanno utilizzato questo metodo e hanno invece presentato liste decise dagli apparati e dalle segreterie. E poi pretendono di venirci a fare la lezione.

    Infine lo sbarramento al 4% non è una minaccia alla democrazia, ma un metodo di semplificazione della rappresentanza, e non si discosta molto dal quel 3% che Sinistra e Libertà proponeva: perchè il 3% sarebbe accettabile, mentre il 4% è un attacco alla democrazia? Forse i compagni di SeL ritengono che è democratico solo un sistema che garantisce loro l’elezione?

  3. Massimo said

    Il PD in Toscana ha definito le liste con le primarie? Questa me la devo essere persa…

  4. Claudio Pasi said

    Intendevo i DS, visto che alle ultime elezioni regionali il PD non esisteva ancora.

    Se te lo sei perso, ecco qui:
    http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/istituzioni/elezioni/visualizza_asset.html_188345889.html

  5. Massimo, certamente la riforma della legge europea, con l’introduzione della soglia al 4%, e’ stata una forzatura ingiustificata, ma almeno quella volta si levarono alcune voci critiche nei confronti dell’inciucio e della terribile soluzione individuata sia all’interno del PD (fra tutte, con forza notevole, quella di D’Alema) sia sulla stampa, mettendo in risalto proprio il punto che analizzi tu (e cioè che una correzione del proporzionale non può aver senso per una assemblea che è principalmente rappresentativa).
    Questa volta invece stupisce proprio il silenzio che viene dall’interno del PD, e stupisce anche perché cade prorio nel bel mezzo di una stagione congressuale durante la quale il tema della riforma elettorale (nazionale) sembrerebbe essere al centro dell’interesse dei diversi candidati (almeno a parole!)

    Claudio Pasi, se c’e’ qualcosa di pretestuoso e’ rispondere alle critiche nel merito con argomenti che poco hanno a vedere con la questione sollevata, o ancor peggio con attacchi alla posizione di Sinistra e Liberta’ (ma forse intendevi Sinistra Democratica), come se gli errori di altri potessero rendere accettabile una posizione che e’ sbagliata.

    Ma vengo comunque al merito delle tue osservazioni (che sembrano copiate pari pari, compresi gli attacchi a SD, dal tuo omonimo Claudio Martini).

    Parto proprio dalla soglia di sbarramento, su cui non ne faccio una questione di numeri (tre, quattro o cinque per cento) ma proprio una questione di principio: in un sistema che prevede collegi provinciali abbastanza piccoli (e quindi con una soglia di sbarramento naturale abbastanza alta), l’elezione diretta del presidente (e quindi la legittimazione poolare dell’esecutivo) e un listino regionale eletto direttamente con il presidente (e quindi un bel premio di maggioranza), l’introduzione di una soglia di sbarramento e’ una forzatura non necessaria per garantire la governabilita’ ma semplicemente utile nel costringere i partiti minori a coalizzarsi (o meglio fondere le liste) con quelli
    maggiori.
    Il fatto che lo sbarramento sia stato posto alle singole liste e non alle coalizioni, secondo me, e’ la chiara dimostrazione di questo assunto: infatti, tre partiti coalizzati che prendano ciascuno il 3% (quindi il 9% come coalizione) resterebbero esclusi dal Consiglio Regionale.
    Non vedo prorio nessuna logica in questo, se non la volonta’ politica di mettere a tacere le opposizioni minori e imporre per legge un sistema bipolare.

    Per quanto riguarda le liste bloccate, non mi pare che la possibilita’ prevista dallo statuto di fare le primarie per selezionare i candidati possa essere un argomento valido, perche’ sposta in diritto dei cittadini (quello di scegliere i propri rappresentanti) nell’ambito della organizzazione interna dei partiti (che possono decidere di farlo oppure no).
    Capisco che il contagio delle primarie ci ha presi ormai in modo patologico, ma ritenere che questo strumento di democrazia interna ai partiti possa sostituire il voto di preferenza mi pare molto grave, un termini di visione democratica!

    Sul fatto che le riforme (a mio parere non solo quelle elettorali, ma anche quelle “di sistema” come quelle scolastiche, previdenziali, fiscali, ecc…) si facciano con il concorso dell’opposizione, sfondi una porta aperta.
    Certe volte pero’, avere una posizione comune con gli altri partiti della coalizione (che non significa una posizione di maggioranza, ma una semplice visione comune sugli obiettivi che ci si vuole dare) potrebbe aiutare a dialogare con l’opposizione da una posizione di forza e permetterebbe di portare a casa almeno alcuni degli obiettivi che ci si poneva.

  6. Massimo said

    Chiedo scusa a Claudio Pasi. Le primarie del 2005 mi erano proprio passate di mente (fatto che di per sé meriterebbe un supplemento di indagine sui meccanismi reconditi della mia memoria politica).
    Ma forse tali primarie non erano una cosa così ben organizzata, a giudicare da quanto leggo ad esempio qui sul rispetto dei risultati della consultazione nella compilazione delle liste.

    Mi resta un dubbio di fondo: qual è il vantaggio di eliminare il voto di preferenza e sostituirlo con una consultazione a parte? Le primarie mi sembrano un sistema inutilmente macchinoso per ottenere lo stesso risultato. Conosco l’obiezione degli illustri oppositori delle preferenze (es. Ceccanti, Barbera), sul fatto che queste generano “cordate” e incoraggiano le spese elettorali. Mi devono però convincere che gli stessi problemi non si presentano con le primarie, che hanno l’ulteriore svantaggio di essere meno partecipate e più manipolabili (vedi Firenze).

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